Sarebbe utile che molti ricordassero Segni come l'antesignano della necessità della riforma costituzionale.
Certo, meglio sarebbe stato che la politica avesse ascoltato questo appello e si fosse dato vita ad una vera Assemblea Costituente...
Magari, queste parle possono aiutare a riflettere.
assemblea costituente
per lo stato delle libertà
lettera scritta dal’On. Mario segni
Con i referendum abbiamo liberato l’italia dalla
partitocrazia: con la Costituente dobbiamo liberarla dallo Stato Dinosauro che ci è rimasto sulle spalle uno stato inefficiente e spendaccione, pletorico
e oppressivo.
I COMITATI DI BASE PER LA COSTITUENTE
La prima parte della Grande Riforma Istituzionale
è stata fatta a furor di popolo, con la Rivoluzione Referendaria.
Se avessimo atteso il Parlamento, la Prima
repubblica sarebbe ancora ben salda, ed a Roma avremmo il caos e la
frammentazione che abbiamo visto a Palermo.
La storia si sta ripetendo.
A due mesi dalle elezioni, il Parlamento è
bloccato e la strada di ogni seria riforma è sbarrata da una maggioranza
immobilista e da un sistema inceppato.
La seconda parte della Grande Riforma si farà a furor di popolo o non si farà affatto.
Perciò lanciamo oggi, i
Comitati di Base per la Costituente
la premessa di un grande movimento popolare per completare la
rivoluzione istituzionale.
Il Patto promuoverà, in ogni città, comitati aperti a tutti i cittadini, di
qualunque idea o partito, che condividano questo obiettivo. Perciò ci apriamo a
trecentosessanta gradi: siamo il sasso che vuole provocare la valanga.
Basta con i tabù: la
Costituzione è vecchia,
anche nella prima parte
La Costituente è uno strumento straordinario per
un evento straordinario.
Non si tratta, infati, di piccoli ritocchi o dei
pannicelli caldi a cui puntano i fautori delle “larghe intese”. La Costituzione
attuale risente della forte influenza della cultura comunista e del compromesso
raggiunto con quella cattolica.
Ha posto le basi di una società collettivista e
fortemente pubblicizzata, di uno Stato centralizzato ed oppressivo.
Sono passati cinquat’anni, ma il mondo ha
camminato tanto velocemente che sembra siano passati cinque secoli.
Nel mondo sta passando una grande ventata di
libertà. Si tratta di portare questa ventata dentro la Costituzione, di gettare
le basi dello Stato delle Libertà,
lo Stato del duemila.
Per farlo, occorre un nuovo “Patto Costituente”, che ridefinisca innanzitutto proprio i principi
fondamentali della convivenza sciale e dei rapporti tra Stato e cittadini, a
partire sempre dalla libertà, nella convinzione che anche la solidarietà vera
si realizza solo nella libertà.
L’intoccabilità della prima parte della
Costituzione è un tabù che dobbiamo lasciarci dietro le spalle. La Costituente
è necessaria proprio perché non si tratta di cambiare un pezzo della
Costituzione, ma di riscriverla integralmente.
La nuova
Costituzione delle Libertà
Pensiamo a tre grandi novità per la nuova
Costituzione:
1) Il
“Sindaco d’Italia”, cioè l’elezione
diretta del Premier o il semipresidenzialismo, per assicurare reale capacità di
Governo e potere di scelta dei cittadini.
2) il
“Federalismo municipale”, cioè una
rivoluzioen profoda dell’organizzazione dell’Italia, la quale, in attuazione
del principio di sussidiarietà, abbatta lo Stato accentratore e trasferisca
alle autonomie locali, ma soprattutto ai Comuni, la gran pate delle attuali
competenze statali.
Voglio richiamarmi al pensiero del più grande
cattolico liberale, Luigi Sturzo.
Il Comune è la cellula dello Stato, l’Ente più
vicino al cittadino, rafforzato dalla elezione diretta dei Sindaci.
La Regione è l’Ente da riformare più
profondamente, quello più afflitto dai guasti della partitocrazia e
dell’inefficienza.
Vi proponiamo l’elezione diretta del Preidente
della Regione con potere di nomina degli assessori.
Le linee generali della politica regionale quadro
sono approavte dall’Assemblea dei Sindaci.
3) Lo
“Statuto delle Libertà” dei
cittadini attraverso:
a) Il limite costituzionale al prelievo fiscale, perché il settore
pubblico non sia il “socio occulto di maggioranza” delle famiglie e delel
imprese.
b) il limite costituzionale alla presenza pubblica nell’economia e nei
servizi, perché l’Italia non resti l’ultimo paese a “socialismo reale”
c) una nuova “costituzione economica”, che riconosca
il valore centrale del mercato e della libera concorrenza, dando piena
attuazione ai principi della Comunità Europea
d) una diversa “costituzione sociale”, che vieti i
monopoli pubblici nei servizi, privilegi il volontariato ed il settore non
profit e garantisca le prestazioni sociali come diritti soggettivi, con libertà
di scelta da parte dei cittadini dei servizi migliori.
e) l’affermazione della libertà
di iniziativa in tutti i campi senza bisogno di autorizzazioni o concessioni.
Queste sono le eccezioni stabilite dalla legge solo per gravi motivi di
pubblica utilità.