sabato 21 gennaio 2017

L’INSOSTENIBILE FRAGILITÀ DEI SISTEMI UMANI

Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53767827

Un ragazzo mentre contempla la minacciosa presenza del Vesuvio da Sorrento.
 « ancor leva lo sguardo / sospettoso alla vetta / fatal » (La ginestra, vv. 243-245) - Di Ruislip Gardens
Alcuni anni fa Milan Kundera scriveva, nel suo libro "L'insostenibile leggerezza dell'essere",  che "gli amori sono come gli imperi: quando scompare l'idea su cui sono fondati, periscono anch'essi."

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una serie di fenomeni che sembrano convergere verso un finale imprevedibile ma poco rassicurante.

Come il Titanic rappresentò la fine della Belle Epoque, fase caratterizzata, sostanzialmente da un progressivo diffondersi del benessere e da una fioritura artistica e sociale, così oggi assistiamo a un progressivo degradarsi dei rapporti sociali, prima ancora che economici.
Le società si stanno rinchiudendo su se stesse, all'insegna del Prima gli Italiani, Prima gli Inglesi, Prima gli americani..... illudendosi che costruire muri possa portare benessere e sicurezza, dimenticando che proprio l'apertura delle frontiere e la collaborazione fra le nazioni ha contribuito alla crescita economica mondiale che abbiamo conosciuti nella seconda metà del secolo scorso.
A questo dobbiamo aggiungere l'incapacità di accettare il sopravvento della natura, avendone una visione visione disneyana, illudendosi che, grazie alla tecnologia, si possa controllare tutto e che sia sempre possibile monitorare, gestire e prevedere anche l'imprevedibile, come i terremoti o gli eventi atmosferici eccezionali.

Proprio i tragici avvenimenti di questi giorni che hanno coinvolto un'ampia parte del Centro Italia mi hanno fatto riflettere e, fra le reminiscenze liceali, mi sono ricordato de La Ginestra, opera di un Giacomo Leopardi forse troppo presto dimenticato, ma anche su tanti altri avvertimenti che vanno in una unica direzione: cooperare è meglio che contrapporsi e che la vera, unica, spietata nemica dell'Uomo è la Natura matrigna.

La letteratura e il cinema ci hanno regalato molte visioni della necessità della cooperazione, a me vengono in mente, fra le tante, "Prova d'orchestra" di Federico Fellini

ma anche e soprattutto la magistrale interpretazione di Russel Crowe nei panni del matematico Nash, quando afferma: "Il miglior risultato si ottiene quando ogni componente del gruppo farà ciò che è meglio per sé .... e per il gruppo!"


Ricordiamo alcune strofe de "La Ginestra" di Giacomo Leopardi:

A queste piagge
Venga colui che d'esaltar con lode
Il nostro stato ha in uso, e vegga quanto
E' il gener nostro in cura
All'amante natura. 



E la possanza
Qui con giusta misura
Anco estimar potrà    dell'uman seme,
Cui la dura nutrice, ov'ei men teme,
Con lieve moto in un momento annulla
In parte, e può con moti
Poco men lievi ancor subitamente
Annichilare in tutto.
Dipinte in queste rive
Son dell'umana gente
Le magnifiche sorti e progressive.
                               ……..
Alle miserie sue, l'uomo incolpando
Del suo dolor, ma dà la colpa a quella
Che veramente è rea, che de' mortali
Madre è di parto e di voler matrigna.
Costei chiama inimica


Nel 1971, Roberto Vacca, traendo spunto dal blackout verificatosi negli Stati Uniti nel 1965, durante il quale ben 30 milioni di persone rimasero senza corrente elettrica per oltre 14 ore, intrappolando, nella sola New York, oltre 600.000 persone nella metropolitana, scrisse e pubblicò un libro, “Il Medioevo prossimo venturo , nel quale analizzava la complessità dei sistemi nella società moderna e i conseguenti rischi che corriamo.

Vacca, nel suo libro, metteva in evidenza il fatto che, senza enfatizzare ed eccedere nel catastrofismo, è necessario analizzare un genere di catastrofe che si potrebbe realmente verificare a causa della degradazione dei grandi sistemi, divenuti eccessivamente complicati.
Partendo dall’ipotesi che i grandi sistemi organizzativi, tecnologici e associativi crescono disordinatamente fino a raggiungere dimensioni critiche che li portano all’instabilità, potremmo parlare di una sorta di Secondo Principio della Termodinamica applicato ai sistemi antropocentrici!
La concomitanza casuale di congestioni in molti sistemi nella stessa area, potrebbe innescare un processo catastrofico, che paralizzerebbe il funzionamento delle società più sviluppate conducendo, verosimilmente, alla morte di milioni di persone.

Ho pensato a questo quando ho ascoltato alcuni resoconti fatti dai soccorritori accorsi nelle zone dell'Umbria, delle marche e dell'Abruzzo e che si sono trovati di fronte a difficoltà derivanti dal coesistere di mancanza di energia elettrica, dovuta alla caduta di tralicci e rotture di cavi elettrici, quantità di neve superiore alla media, il tutto aggravato da una serie di scosse di terremoto che hanno determinato crolli e slavine.

In tutti i casi, i soccorritori sono riusciti a limitare i danni, pur protraendosi i disagi per molti giorni, riuscendo a garantire, anche grazie ai sistemi di comunicazioni a disposizione, un costante flusso di informazioni e possibilità di comunicazione con i centri più sperduti e irraggiungibili.

Vacca definì questa possibile situazione di crisi generalizzata come un “Nuovo Medioevo”, che vedrebbe  più vulnerabili i paesi più avanzati, quindi, principalmente, i paesi europei.
 Ovviamente abbiamo a disposizione un antidoto a questo rischio, che non è, come ho sentito ripetere ancora in questi giorni, la ricerca della Decrescita Felice, quanto prende atto del fatto che
abbiamo a disposizione strumenti nuovi che ci conviene capire e che, utilizzandoli, rendono possibile coniugare crescita e compatibilità ambientale, purché si capisca che, citando Italo Svevo e la sua Coscienza di Zeno, la natura, come la vita, "non è né buona né cattiva, ma è originale!"

Ma per far questo dobbiamo implementare non solo l'Azienda 4.0, ma pensare anche in termini di Società 4.0, rimettendo al centro l'Uomo e la sua capacità di crescere e svilupparsi attraverso la cultura, la formazione e, soprattutto, la capacità di interagire con gli altri, sia individualmente che come Nazioni.  



Una visione della società che cerchi di tornare al rispetto reciproco, in azienda e nella società, sostituendo un modo di comunicare basato sull'insulto e la demonizzazione dell'altro, visto sempre e soltanto come negatività, con un nuovo approccio, riconoscendo nei nostri simili potenziali alleati contro il nemico rappresentato da una natura non dominabile ma che, tutti insieme, possiamo rendere meno matrigna.

Per chi vuole approfondire alcuni dei temi trattati, in particolare quello del rischio rappresentato dalla complessità dei sistemi e delle contromisure adottabili per un nuovo Rinascimento, può scaricare, gratuitamente, l'e-book utilizzando questo link:

http://www.7consulting.net/societa-di-consulenza-manageriale.aspx







 


lunedì 9 gennaio 2017

Lean Production, Umanesimo e Rinascimento in Azienda



Un nuovo Umanesimo può rinascere, oggi, solo all’interno delle aziende dove si applicano i principi e i metodi della Lean Organization, dove si  riscopre una dimensione artigianale in un contesto industriale,  superando, definitivamente, i concetti del taylorismo e della parcellizzazione del lavoro.
L’approccio Lean alla gestione aziendale, NON è soltanto revisione e ottimizzazione dei processi aziendali, con conseguente taglio dei costi, quanto introduzione, nell’ambito aziendale, di una visione e di un approccio culturale totalmente diverso.
Per far questo è necessario coinvolgere la Direzione Aziendale e ogni singolo operatore, valorizzando l’apporto di ciascuno, in funzione delle differenti mansioni e responsabilità.
L’Umanesimo si sviluppò nei secoli XV e XVI e si caratterizzò per la rottura con la cultura medievale, rivalutando l’essere umano, che torna a essere il cardine dell’universo.
L’Uomo, inteso come Persona, diventa l’attore principale, riappropriandosi, della capacità di costruire il proprio destino, dominando la natura,  gettando i semi di nuove idee, caratterizzando la fase storica che venne definita come “Rinascimento”, ovverosia rinascita delle arti, della cultura, della fiducia nell'uomo e nelle sue capacità.
Per questo possiamo paragonare la rivoluzione culturale che l’introduzione dei metodi Lean porta in azienda con quella che determinarono l’Umanesimo e il Rinascimento.
Quando parliamo di Lean Production, parliamo, prima di tutto, di un approccio di tipo culturale, in grado di mettere insieme diversi aspetti, convergenti in una unica direzione: rimettere al centro dell’azienda e dell’organizzazione l’Uomo e le sue interazioni con il proprio Team.
Lean Organization e Lean Thinking non sono solo revisione dei processi ma cambiamento dell’approccio al lavoro, trasformazione dell’individuo a membro di un Team, che non lo assorbe e rende anonimo, ma ne esalta l’importanza e lo valorizza per ciò che è.

Organizzare un’azienda secondo i principi della Lean Production significa introdurre, in ambito aziendale, una vera Rivoluzione Culturale, ponendo al centro dell’attenzione del management NON il profitto ma le persone, coloro che lavorano e operano nell’azienda, in modo da ottenere risultati concreti, tangibili e durevoli nel tempo.

Questo significa, per prima cosa, superare, il taylorismo e il fordismo, basati sulla parcellizazione del lavoro e sulla subordinazione dell’uomo alla macchina (magistralmente rappresentato da Charlie Chaplin nel film “Tempi moderni”), per tornare al concetto rinascimentale rappresentato dall’Uomo di Vitruvio di Leonardo da Vinci.
La Lean Organization coinvolge l’intera azienda, prevede la revisione di tutti i processi aziendali,  produttivi e amministrativi, ma, prima ancora, impegna la Direzione Aziendale e TUTTE le Risorse Umane Aziendali in una grande attività di cambiamento culturale!

La Persona da Ingranaggio a Centro dell’Azienda
In questo consiste, in definitiva, anche il passaggio all’Azienda 4.0, un sistema che, grazie all’utilizzo di nuovi strumenti informatici, coniuga la connessione fra macchine e sistemi informatici con lo sviluppo di nuovi modelli organizzativi, che prevedono la crescita culturale dell’intera organizzazione aziendale.
Perché questo avvenga è necessario introdurre un modello di leadership coerente, con al centro di tutto la realizzazione della persona sul luogo di lavoro; l’applicazione di questo paradigma etico in diversi contesti lavorativi porta a risultati inaspettati, crea ambienti di lavoro piacevoli dove le persone sono felici di contribuire a un progetto di azienda conosciuto e condiviso.
Solo grazie al coinvolgimento delle persone si può garantire, nel lungo periodo, il successo di una qualunque azienda.
Per far questo, le organizzazioni devono trasformarsi e imparare a trattare i propri dipendenti come persone che devono essere rispettate per quello che sono, ovverosia esseri umani “intelligenti”, coinvolgendoli nel raggiungimento degli obiettivi dell’azienda attraverso un processo di formazione continua che permetta loro di lavorare bene e senza commettere errori.
Seguite le istruzioni per registrarvi e scaricare, gratuitamente, l’intero e-book.